La corsa disperata del Cesena è finita, a terra, stramazzando dopo una agonia di oltre 1 mese. Dopo 78 anni di storia il Cavalluccio scompare dal calcio professionistico sotto la gestione di Giorgio Lugaresi, figlio dell’indimenticato Edmeo a cui è intitolata una rotonda nei pressi del Montefiore. La società fondata il 21 aprile 1940 chiude definitivamente i battenti.
Il necrologio viene pubblicato alle ore 15:30 di lunedì 16 luglio sul sito internet del club: “L’A.C. Cesena comunica che il Consiglio di Amministrazione riunitosi in data odierna ha deliberato di aderire all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì”. Istanza e richiesta di commissariamento che erano giunte il 23 giugno: uno scossone a una barca che stava già affondando. Poche parole per decretare la morte del Cavalluccio. La salvezza sul campo giunta con la Cremonese lo scorso 18 maggio è ormai un ricordo di una squadra che non c’è più. In due mesi è successo praticamente di tutto: l’addio di Rino Foschi, la ricerca di un nuovo ds che non arriverà mai, i deferimenti per le plusvalenze sospette col Chievo (martedì è prevista l’udienza per Giorgio Lugaresi e Gabriele Valentini richiesta dalla Procura della sezione disciplinare della Figc), la lettera delirante del presidente, le richieste di riduzione del debito con l’Erario bocciate per ben tre volte dall’Agenzia delle Entrate, la sospensione della campagna abbonamenti, le dubbie operazioni immobiliari, la domanda d’iscrizione alla serie B nonostante i numerosi parametri non rispettati, la manifestazione del popolo bianconero, l’ingresso in campo del sindaco Lucchi, lo sfratto da stadio e centro di allenamento, il mancato rinnovo a mister Castori, le visite delle Guardia di Finanza in Corso Sozzi e a casa Lugaresi di giovedì scorso…
All’ora di pranzo i ‘pezzi grossi’ della società erano in riunione con la banca inglese Crown Financial and Merchant Bank cfmb, per testare l’affidabilità mostrata dall’immobiliarista cesenate Piero Lombardini nei giorni scorsi. La disponibilità economica sarebbe stata tale sul finire di questa settimana con circa 6 milioni che avrebbero coperto stipendi e contributi dei mesi precedenti. Un’ultima e disperata corsa contro il tempo che si è conclusa poche ore dopo.
Il necrologio viene pubblicato alle ore 15:30 di lunedì 16 luglio sul sito internet del club: “L’A.C. Cesena comunica che il Consiglio di Amministrazione riunitosi in data odierna ha deliberato di aderire all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì”. Istanza e richiesta di commissariamento che erano giunte il 23 giugno: uno scossone a una barca che stava già affondando. Poche parole per decretare la morte del Cavalluccio. La salvezza sul campo giunta con la Cremonese lo scorso 18 maggio è ormai un ricordo di una squadra che non c’è più. In due mesi è successo praticamente di tutto: l’addio di Rino Foschi, la ricerca di un nuovo ds che non arriverà mai, i deferimenti per le plusvalenze sospette col Chievo (martedì è prevista l’udienza per Giorgio Lugaresi e Gabriele Valentini richiesta dalla Procura della sezione disciplinare della Figc), la lettera delirante del presidente, le richieste di riduzione del debito con l’Erario bocciate per ben tre volte dall’Agenzia delle Entrate, la sospensione della campagna abbonamenti, le dubbie operazioni immobiliari, la domanda d’iscrizione alla serie B nonostante i numerosi parametri non rispettati, la manifestazione del popolo bianconero, l’ingresso in campo del sindaco Lucchi, lo sfratto da stadio e centro di allenamento, il mancato rinnovo a mister Castori, le visite delle Guardia di Finanza in Corso Sozzi e a casa Lugaresi di giovedì scorso…
All’ora di pranzo i ‘pezzi grossi’ della società erano in riunione con la banca inglese Crown Financial and Merchant Bank cfmb, per testare l’affidabilità mostrata dall’immobiliarista cesenate Piero Lombardini nei giorni scorsi. La disponibilità economica sarebbe stata tale sul finire di questa settimana con circa 6 milioni che avrebbero coperto stipendi e contributi dei mesi precedenti. Un’ultima e disperata corsa contro il tempo che si è conclusa poche ore dopo.
Ora la palla, in tutti i sensi, passa al Comune di Cesena che ha aperto da giorni un bando per accogliere nuove proposte. Il calcio in bianconero ripartirà dalla Serie D e riprende quota il rilevamento del Romagna Centro con una cordata di imprenditori locali.